Al palazzo della Gran Guardia l’Ordine di Verona ha celebrato il passaggio di testimone tra generazioni dando il benvenuto a 158 giovani dottori neo-abilitati e consegnando i riconoscimenti a 64 medici “senior” che festeggiano quest’anno il traguardo dei 50 anni dalla laurea. Ospite d’onore, il fisico Federico Faggin con una lectio magistralis su “Intelligenza umana e intelligenza artificiale: significato e simbolo”. Nel suo intervento, il presidente dell’Ordine Alfredo Guglielmi ha evidenziato le criticità della professione – dal sovraccarico burocratico e la carenza di personale, all’invecchiamento della popolazione – e le sfide future della medicina, tra innovazione tecnologica, sostenibilità delle cure e necessità di integrazione tra pubblico e privato

 

«La medicina è la nostra missione, identità ed eredità. Finché ci sarà un medico che cura con coscienza, onestà e amore, la medicina resterà luce di civiltà. A tutti voi dico: siate curiosi come scienziati, compassionevoli come umanisti, forti come servitori dello Stato. Oggi entrate a far parte di una comunità unita da un unico principio, quello della responsabilità. Il vostro impegno quotidiano farà la differenza per la salute dei cittadini e il futuro della professione».

Con queste parole il presidente dell’Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri di Verona, Alfredo Guglielmi, ha accolto nella famiglia ordinistica 158 medici e odontoiatri neo abilitati che sabato 15 novembre, al palazzo della Gran Guardia, hanno prestato il Giuramento di Ippocrate per entrare a pieno titolo nella professione. Si è conclusa così, con la lettura della formula moderna, la Giornata del Medico e dell’Odontoiatra, il tradizionale appuntamento promosso dall’Ordine di Verona per celebrare il simbolico passaggio di testimone tra generazioni.

L’evento ha assunto i tratti di una vera festa di comunità, alla presenza di numerose autorità civili e accademiche intervenute in spirito di amicizia e sostegno, tra cui il sindaco Damiano Tommasi, la rettrice dell’Università di Verona Chiara Leardini, il vescovo Domenico Pompili e la direttrice generale della Aulss 9 Scaligera Patrizia Benini. «Li ringrazio di aver voluto essere presenti per mostrare la loro vicinanza ai giovani che rappresentano il futuro del Servizio sanitario nazionale e per festeggiare i “senior” che hanno contribuito a fare della sanità veneta e veronese un’eccellenza», ha sottolineato il presidente, introducendo sul palco dell’auditorium il fisico italo-statunitense Federico Faggin, ospite della giornata con una lectio magistralis dal titolo “Intelligenza umana e intelligenza artificiale: significato e simbolo”.

Il Giuramento non è stato l’unico momento significativo della mattinata. Sono stati infatti premiati 64 medici e odontoiatri che celebrano quest’anno i 50 anni dalla laurea. A ciascuno è stata consegnata la medaglia ordinistica come riconoscimento per una vita dedicata alla salute dei cittadini e alla crescita della professione.

«Grazie per il vostro impegno e la vostra dedizione nel curare e prendersi cura dei pazienti. Ci avete consegnato un sistema sanitario solido, efficiente e di qualità», ha detto loro il presidente Guglielmi. «Avete attraversato una stagione straordinaria di trasformazioni e sfide, vivendo in prima persona la nascita del Servizio sanitario nazionale che ha reso concreto il diritto universale alla salute, e avete visto cambiare ospedali, modelli di cura e rapporti di fiducia con i pazienti. Molti di voi hanno iniziato come “medici della mutua”: figure di prossimità e di comunità, capaci di ascoltare e di curare anche con poche risorse, ma con infinito impegno. Da quella stagione di dedizione e sacrificio è nato il Servizio sanitario che oggi dobbiamo difendere, soprattutto oggi davanti ai dati Istat che testimoniano come un italiano su dieci sia costretto a rinunciare a visite e terapie».

La medicina, ha ricordato il presidente, si trova oggi a fare i conti con criticità e sfide. «Molte di queste sono note: liste d’attesa troppo lunghe, crescente pressione burocratica digitale, carenza di personale e invecchiamento dei medici, sovraccarico organizzativo e rischio burnout, complessità crescente delle patologie croniche».

Territorio, ospedale e università stanno vivendo una fase di profondo cambiamento, ha evidenziato Guglielmi. «Innovazioni come Case e Ospedali di Comunità rappresentano una grande opportunità, ma servono risorse, chiarezza e valorizzazione del ruolo dei medici. Il sovraccarico organizzativo e burocratico rischia di rendere meno attrattivo il lavoro sul territorio». In merito alla situazione negli ospedali, «il carico di lavoro, la carenza di personale e la pressione dei contenziosi medico-legali, il crescente numero di episodi di violenza richiedono interventi urgenti e un’azione decisa per restituire dignità e serenità a chi opera in prima linea». Sull’università e la formazione, «la recente abolizione del test d’ingresso per i corsi di laurea in medicina e odontoiatria», ha aggiunto il presidente, «ha sollevato preoccupazioni circa l’impatto sulla qualità della formazione, aggravato dal fatto che è mancato un parallelo potenziamento di docenti, infrastrutture e risorse. Nelle scuole di specializzazione, poi, il problema principale non è più solo la carenza di posti, ma il fatto che un'ampia percentuale di borse, il 17% circa, resti non assegnata».

La medicina del futuro, ha detto Guglielmi, sarà chiamata ad affrontare sfide sempre più complesse, che toccano aspetti clinici, organizzativi, etici e sociali. «L’invecchiamento della popolazione e il conseguente aumento delle malattie croniche richiederanno nuovi modelli di assistenza continua e multidisciplinare, capaci di rispondere a bisogni sempre più articolati». A questo si aggiunge il tema della sostenibilità economica delle cure, in un contesto di risorse limitate che impone una gestione oculata ed efficiente, senza rinunciare alla qualità e all’equità dei servizi. «La digitalizzazione e l’uso dell’intelligenza artificiale rappresentano una delle sfide più rilevanti: strumenti che possono offrire straordinarie opportunità per personalizzare le terapie e migliorare la diagnosi, ma che devono essere governati con equilibrio, affinché la tecnologia non sovrasti la relazione umana tra medico e paziente». Altro nodo cruciale sarà la gestione della complessità organizzativa, burocratica e sociale, che richiede strutture più snelle e una collaborazione costante tra i diversi livelli del sistema. «Fondamentale, in questo senso, è favorire una integrazione virtuosa e regolamentata tra risorse pubbliche e private, tra professionisti e istituzioni, per garantire un accesso equo e omogeneo alle cure su tutto il territorio nazionale». Infine, «sarà indispensabile continuare a seguire con rigore i criteri dell’evidenza scientifica, oggi spesso messi in discussione dalla diffusione incontrollata di informazioni non fondate, soprattutto sui social media».

Nonostante le difficoltà, il sistema sanitario continua a offrire esempi di buona pratica e modelli di collaborazione virtuosa. «La medicina italiana è una storia di eccellenza. In particolare, Verona e il Veneto rappresentano un modello grazie all’integrazione virtuosa tra Università, ospedali pubblici e privati accreditati e territorio, dove assistenza, formazione, ricerca e pratica clinica si alimentano reciprocamente».

Alla luce di tutto ciò, la Giornata del Medico e dell’Odontoiatra si è caricata di molti significati. «L’Ordine ha il compito di tutelare la professione e garantire la qualità delle cure: sarà sempre al fianco dei medici, difendendone la dignità professionale, promuovendone la formazione e vigilando sulla deontologia. Ma soprattutto deve essere la voce della professione nella società, un ponte tra scienza, politica e cittadinanza. E quando le scelte politiche non tutelano la salute pubblica, l’Ordine ha il dovere di intervenire, con fermezza e con spirito costruttivo», ha concluso il presidente Guglielmi.